CENTENARIO DELLA CONGREGAZIONE
Signore, tu sei stato per noi un rifugio
di generazione in generazione.
Ai tuoi occhi, mille anni sono come il giorno di ieri che è passato (Sl 90, 1.4)
E cento anni sono meno di un soffio; ma in questo tempo così breve, così precario, così limitante Tu hai voluto abitare, Tu hai sognato di vivere, Tu hai scelto di incarnarti. Come duemila anni fa hai sconvolto le logiche umane venendo a noi con la potenza disarmata di un bambino in fasce, anche nella nostra piccola ed umile storia, iniziata come Famiglia cento anni fa, hai desiderato nascere, crescere, manifestarti attraverso la storia di alcune semplici donne che non si accontentavano di piccoli amori.
Cento anni di comunità: un soffio nella prospettiva di Dio, un “secolo” secondo il tempo umano, per dire anche oggi, anzi sicuramente oggi con maggiore rilevanza, che stare insieme volendosi bene, pur non essendosi scelte, è possibile perché l’amore è da Dio ed è Lui l’artefice della comunione. In questo tempo dove probabilmente i sacrifici sono diversi da quelli dell’ottocento, specie in Italia, ma certo non sono meno costosi, dove i rapporti, le relazioni umane fanno fatica a durare, a mantenersi saldi, ad andare oltre la logica della competizione e del conflitto, dove trovare “nuvole consolanti” che non si dissolvono nell’arco di una stagione?
Mentre diventa sempre più evidente un inesauribile bisogno d’amore, occorre cercare nella direzione di quell’Amore, più forte della morte, che le grandi acque non possono spegnere (Ct 8,7). Il mondo ha bisogno di Dio. Noi abbiamo bisogno di Dio. Di quale Dio? - Si chiedeva Papa Benedetto XVI nel suo ultimo viaggio in Germania - “Quel Dio che alla violenza oppone la sua sofferenza, che di fronte al male e al suo potere innalza, come limite e superamento, la sua misericordia. A Lui rivolgiamo la nostra supplica, perché Egli sia in mezzo a noi e ci aiuti ad essergli testimoni credibili”.
Un infinito rendimento di grazie che vogliamo condividere con tutti: amiche, amici, compagni di viaggio, familiari, collaboratrici e collaboratori, laici e presbiteri, uomini e donne che in questi anni hanno tessuto con noi fili di comunione credendo che ogni giorno è un tempo per amare.

Maria Caterina Ferrari
“Una vita donata nel servizio ai fratelli”
“Tutto per amore di Dio” è la chiave di volta della elevata vita spirituale e apostolica di Maria Ferrari e il suo Carisma è la “carità attinta dal Cuore di Dio traboccante d’amore”. Maria Ferrari nella sua semplicità, è una persona che si inserisce tra i numerosi protagonisti della storia della Chiesa Aquilana del XIX secolo. La sua figura, come le Opere caritative da lei istituite, sono ancora oggi attuali e proponibili come modello ed esempio di vita e di fede. Tutta l’esistenza della Ferrari è all’insegna della carità eroica: “Dovunque vi fossero dei bisognosi da aiutare, degli ammalati da soccorrere, delle ragazze da sfamare, educare, difender dai pericoli della corruzione, lì si era sicuri di incontrare la giovane nobildonna Maria Ferrari – dice un Testimone, Mons. F. Ammanniti – Dove risiede la nobiltà di questa Donna se non nella sua carità per i poveretti di Gesù Cristo?”.
….Una vita donata nell’assoluta fedeltà alla carità evangelica. Il carisma della carità di Maria Ferrari trovò le sue espressioni più significative in due settori: Nell’accoglienza e assistenza alle ragazze, attenzione che Maria sente come urgenza nello sfaldamento sociale di quella seconda metà del XIX secolo, soprattutto di decadimento religioso e di disfacimento della famiglia, a cui nessuno poneva attenzione in quel periodo delle lotte e guerriglie per l’unità d’Italia. Con la carenza dei mezzi di sussistenza, crescevano i poveri e diventava sempre più preoccupante la mancanza di cura e assistenza ai malati nelle famiglie.

L'Istituto Zelatrici del Sacro Cuore "Ferrari" fu fondato
nell'Arcidiocesi dell'Aquila nell'anno 1890 da Maria Caterina Ferrari

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![]() Casa Generalizia delle suore Zelatrici del Sacro Cuore - Via Santa Chiara D'Acquili, 20 - L'Aquila | ||
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